9 settembre 1943

L'Operation
Avalanche

L'operazione di sbarco anfibia più importante del Mediterraneo

L' OPERAZIONE AVALANCHE

Considerata da Wiston Churchill il ventre molle dell’Europa, l’Italia si dimostrò essere un campo di battaglia molto ostico per gli invasori a causa della sua morfologia.

Ufficialmente la campagna d’Italia ebbe inizio il 9 maggio del 1943 con l’attacco alleato alle isole siciliane e si concluse il 2 maggio 1945 con l’avanzata alleata sulla pianura padana.

La prima isola ad essere invasa il 9 maggio 1943 fu Lampedusa, seguita da Linosa, Lampione e Pantelleria, la quale cadde il 12 giugno dopo gli incessanti bombardamenti alleati che costrinsero la guarnigione italiana che la presidiava alla resa.

Il 9 luglio dello stesso anno prese il via l’attacco alla Sicilia con l’operazione Husky, condotta dalla 7a Armata statunitense e dall’8a Armata Britannica. A contrastare l’attacco alleato al momento dello sbarco sull’isola erano presenti: la 6a Armata italiana affiancata da 5 divisioni costiere italiane e 2 divisioni tedesche. Durante lo svolgersi delle operazioni affluirono sul campo di battaglia altre unità sia alleate che dell’asse. L’operazione si concluderà il 17 agosto 1943 dopo che le ultime unità dell’asse riuscirono a ritirarsi in Calabria.

Questa sconfitta fu un duro colpo per gli italiani, il 25 luglio Benito Mussolini fu arrestato, il regime fascista cadde e il Re Vittorio Emanuele III proclamò il maresciallo Pietro Badoglio Capo del nuovo governo. Saputa la notizia della destituzione di Mussolini, Hitler cominciò ad organizzarsi aumentando il numero delle sue divisioni nella penisola, e allo stesso tempo fu messo a punto un piano per il disarmo delle forze italiane nel caso in cui il nuovo governo italiano si fosse arreso.

Gli alleati incoraggiati da questa vittoria e spinti dalla necessità di aprire un nuovo fronte in Europa, in concomitanza con l’annuncio dell’armistizio italiano, la notte tra l’8 e il 9 settembre la 5a Armata agli ordini del generale Mark W. Clark sbarca nel golfo di Salerno dando il via all’operazione Avalanche con l’obbiettivo primario di conquistare Napoli e il suo porto. Ad attenderli sulle coste vi era la 16a Divisione Panzer, rinforzata nei giorni seguenti da altre 4 divisioni germaniche.

La 222a Divisione Costiera italiana, che fino a poche ora prima era a difesa del tratto di costa interessato dallo sbarco, fu disarmata dai loro ex alleati poco dopo l’annuncio dell’armistizio. Tutte le postazioni difensive, le trincee, i bunker e le artiglierie italiane presenti sul territorio, furono catturate dai tedeschi, in molti casi ricorrendo alla forza e riutilizzate nelle ore successive per contrastare lo sbarco angloamericano.

Pochi gruppi di italiani cercarono di opporsi al disarmo, primo fra tutti il Generale Ferrante Gonzaga del Voige che nel tentativo di opporsi alla cattura, cadde sotto i colpi dei tedeschi nel suo quartier generale a Eboli.

Le aree designate per lo sbarco erano state divise in due settori, il settore nord era assegnato alla X° Corpo d’armata inglese, mentre il settore sud al VI° Corpo d’armata americano.

Le spiagge interessate dalle attività di sbarco erano così assegnate: Maiori ai Rangers americani, Vietri sul mare ai Commando inglesi, il tratto da Mercatello a Battipaglia fu diviso in tre settori Uncle assegnato alla 46a Divisione inglese, Sugar alla 169a Brigata della 56a Divisione inglese e alla 167a Brigata toccò il Settore Roger, la spiaggia di Paestum fu assegnata alla 36a Divisione americana.

Punto dolente di questo schieramento era il varco di circa 20 chilometri tra le spiagge di sbarco del X° Corpo d’armata inglese e il VI° Corpo d’armata americano. Come avrete modo di leggre in seguito, quest’area sarà molto utile ai difensori durante le prime fasi dell’operazaione.

Tra le 3:20 e le 3:30 del 9 settembre su tutte le spiagge prestabilite iniziarono a sbarcare le prime ondate d’assalto alleate. I primi a toccar terra furono i Ranger americani nel settore di Maiori che senza incontrare alcuna resistenza in poche ore raggiunsero tutti gli obbiettivi della missione: conquistare il faro di Capo d’Orso, avere il controllo della zona tra Maiori e il valico di Chiunzi ed occupare le alture che lo sovrastano.

Alle 3:30 anche i Commando britannici sbarcarono a Marina di Vietri che occuparono dopo alcune ore di combattimento. Diversamente accadde nel passo di Molina dove la resistenza nemica mise in seria difficoltà gli attaccanti costringendoli a diversi giorni di duri combattimenti.

Più a sud, nel settore X° Corpo d’armata inglese, dopo un bombardamento navale di diversi minuti, le prime ondate d’assalto della 46a Divisione si riversarono sulle spiagge sotto il fuoco nemico proveniente dai capisaldi Lilienthal e Moltke e con non poche difficoltà iniziarono la loro avanzata nell’entroterra. A peggiorare la situazione alcune delle unità di sbarco presero terra nel settore sbagliato lasciando scoperti alcuni settori e sovraffollandone altri. Con le prime luci dell’alba i contrattacchi tedeschi provenienti dal caposaldo Lilienthal iniziarono a colpire il fianco sinistro dello schieramento inglese, ma l’intervento tempestivo della marina li costrinse alla ritirata. Nel frattempo i primi reparti della 169a Brigata stavano raggiungendo il perimetro dell’aeroporto di Montecorvino incontrando scarsa resistenza. Una volta giunti sull’obbiettivo dovettero combattere tenacemente per la sua conquista. La 167a Brigata avanzò combattendo verso S. Lucia e Battipaglia ma senza riuscire a conquistarle.

Sulla spiaggia di Paestum gli americani della 36a Divisione di fanteria sbarcarono senza il supporto dell’artiglieria navale, convinti di cogliere il nemico di sorpresa. I tedeschi però erano pronti ad accoglierli appostati nelle postazioni catturate agli italiani durante la notte. Quando la prima ondata d’assalto si riversò sulle spiagge fu inchiodata dal fuoco tedesco e solo in serata riuscirono ad avere il controllo della costa.  Mentre le avanguardie del 142° RCT raggiungevano l’area dei templi e Capaccio Scalo, quelli del 141° RCT più a sud erano inchiodati dal fuoco nemico e solo nel pomeriggio riuscirono a raggiungere le pendici di Monte Soprano. Nel frattempo il 142° RCT e il 143° RCT dovettero respingere diversi contrattacchi tedeschi. Fortunatamente alcune unità di artiglieria sbarcate in tarda mattinata arrestarono gli assalti nemici.

Alla fine del primo giorno solo pochi obbiettivi erano stati raggiunti.

Il 10 settembre, i tedeschi passarono al contrattacco nel settore di Battipaglia respingendo gli inglesi fino a S. Lucia. Le avanguardie inglesi della 201a Brigata Guards avevano attaccato il conservificio Baratta a Battipaglia ma erano state respinte dai difensori. Fu poi il turno degli Scots Greys, che attaccarono lo stabilimento per ben due volte quel giorno, ma anche loro dovettero ritirarsi.

Più a nord elementi della 46a Divisione britannica entrarono a Salerno e occuparono anche alcune delle colline che la sovrastano: il Sanatorio a nord e le colline di Giovi ad est. Nel frattempo altre unità avevano preso contatto con i Commando che avanzavano da Vietri. Questi attestati nella zona di Molina erano costantemente sotto la pressione del nemico che intanto aveva ricevuto in rinforzo la Divisione Herman Göering.

Mentre a nord i Ranger americani erano trincerati sulle alture intorno al valico di Chiunzi, i loro connazionali a sud avevano difficoltà ad avanzare nonostante la 45a Divisione fosse sbarcata in loro supporto.

Nei due giorni successivi i tedeschi attaccarono con forza le colline di Giovi e il Sanatorio. Nonostante fossero riusciti ad infliggere gravi perdite al nemico i tedeschi non riuscirono a ricacciare gli inglesi dalle alture.

Nel frattempo più a sud, sulle sponde del fiume Tusciano la battaglia infuriava. I britannici avevano conquistato l’aeroporto e i tedeschi tentavano di conquistare S. Lucia e Battipaglia. L’assalto a Battipaglia fu un successo di breve duarata, i Royal Fusiliers privi del supporto anticarro dopo due ore di combattimento dovettero battere la ritirata perdendo molti uomini. Situazione opposta alla periferia del villaggio di S. Lucia dove i blindati tedeschi furono rapidamente messi fuori combattimento dall’artiglieria alleata. Nella zona del conservificio i combattimenti continuavano e i tedeschi non erano disposti a cedere terreno. Il giorno 11 furono i tedeschi a muovere all’attacco conquistando il piccolo villaggio di S. Mattia costringendo gli inglesi a ripiegare al ponte sul canale Fosso.

Nel settore americano la situazione sembrava migliore, il giorno 10 la 45a Divisione di fanteria era sbarcata ed avanzava alla destra della 36a Divisione, la testa di ponte si era spinta fino ad Albanella ed ora gli uomini della 36a Divisione puntavano verso Altavilla Silentina.

La 45a Divisione si stava dirigendo verso il ponte sul fiume Sele in località Fiocche. Giunti nei pressi del tabacchificio SAIM furono bloccati dalla difesa tedesca che oltre a causare gravi perdite agli assalitori mantenne il controllo della zona per altri 7 giorni.

Il giorno 13 elementi del 179° RCT erano arrivati in prossimità di Persano ed erano in attesa di rinforzi ma un violento contrattacco tedesco, appoggiato da una ventina di carri e da semicingolati, costrinse gli alleati ad una frettolosa ritirata attestandosi sulle sponde opposte del fiume Calore. La forza d’assalto tedesca giunse in un punto guadabile del Calore, poco a nord della giunzione tra il fiume Sele e il Calore, ma l’effetto combinato dell’artiglieria terrestre e navale bloccò l’avanzata dei Panzer costringendoli alla ritirata e lasciandosi dietro 12 carri distrutti. Nel frattempo il Generale Clarck aveva fatto affluire sulla testa di ponte anche elementi dell’82a Divisione paracadutisti americani, che andarono a rinforzare i battaglioni della 36a Divisione duramente provati da diversi giorni di battaglia nei pressi di Altavilla. Alcune unità furono invece inviate a Maiori in rinforzo ai Ranger sul valico di Chiunzi che da giorni respingevano gli elementi della Divisione Herman Göering.

Il 14 un altro violento attacco tedesco in direzione di bivio Cioffi si materializzò in mattinata, ma l’azione combinata di carri e cannoni anticarro americani respinsero l’attacco distruggendo 7 carri nemici. La stessa situazione si ripeté nel pomeriggio ed un’azione simile si materializzò anche nei pressi del tabacchificio SAIM; come al mattino l’assalto fu respinto dall’azione combinata dell’artiglieria terrestre e navale.

Intanto i Commando britannici dopo aver difeso il passo di Molina per diversi giorni, furono inviati a dare man forte ai loro connazionali sulle colline di Giovi, che da diversi giorni erano contese, causando gravi perdite da ambo le parti. Il 14 l’assalto tedesco riuscì a strappare agli Hampshire gran parte delle colline che sovrastano il villaggio di Piegolelle e il 15 li ricacciarono anche dall’ultimo colle. La riconquista fu affidata ai Commando che in poche ore occuparono la cresta che va dal colle della Croce Bianca alla collina dei Commando. Quando i Commando lasciarono le postazioni alla 169a Brigata un violento contrattacco nemico li costrinse ad abbandonare le posizioni appena occupate. Dopo due giorni di violenti combattimenti il 17 le colline di Giovi erano di nuovo in mani britanniche, i tedeschi si erano ritirati. Il giorno 18 un assalto tedesco strappò di nuovo agli inglesi le alture da poco conquistate. Il mattino seguente le avanguardie alleate scoprirono che i tedeschi si erano ritirati dall’area di Giovi. Lo stesso accadde al conservificio di Battipaglia, al tabacchificio SAIM e su quasi tutto il fronte meridionale. Alle 17.00 del 17 i tedeschi avevano attuato una manovra di ritirata senza che il nemico se ne accorgesse.

Su quasi tutto il fronte meridionale i tedeschi si erano ritirati lasciando alle loro spalle ponti demoliti, mine e alcune unità in retroguardia con lo scopo di rallentare l’avanzata verso nord. Ciò non avvenne a nord di Salerno, i britannici dovettero lottare duramente prima di conquistare la valle di Molina per poi puntare su Cava de Tirreni. Lo stesso avvenne nella penisola Sorrentina e nella valle dell’Irno, dove i tedeschi impegnarono gli inglesi in combattimenti che si protrassero per giorni, dando così modo ai loro camerati di organizzare le difese più a nord.

Il 28 gli inglesi combatterono la loro ultima battaglia per la conquista della valle dell’Irno, il 29 superarono il fiume Sarno a Scafati e il 1° ottobre fu occupata Napoli.

(tratta dal libro di Pasquale Capozzolo “Guida ai luoghi dell’Operazione Avalanche” edizioni magna grecia)